Le strutture ricettive sono ormai tutte in alta stagione, e i problemi che si presentano sono più o meno sempre gli stessi; uno dei quali è sicuramente la mancanza di personale stagionale.
Mi verrebbe da dire che è colpa di Harry.
È notizia vecchia ormai di qualche mese, ma attuale perché il fenomeno è “in crescita”: great resignation.
Ricordate cosa disse il principe d’Inghilterra, dal suo dorato esilio americano? Chi fa un lavoro che non lo rende felice, fa bene a lasciarlo.
Ok, il concetto è sacrosanto, quindi diamo un bel 10 a Harry per l’intenzione, ma un bel 3 per lo svolgimento, perché la stragrande maggioranza delle persone infelici per colpa del loro lavoro, non hanno alternative come le ha lui.
Bastava forse aggiungere la frase “Non sono la persona più giusta per parlarne perché sono fortunato, ma la felicità andrebbe sempre messa al primo posto”. Ecco, magari con questa frase poteva prendersi una bella promozione e non essere rimandato a settembre.
Torniamo alla great resignation, ma prima salutiamo ringraziando il principe per il suo contributo, e concentriamoci soprattutto sul settore che più mi sta a cuore: il turismo.
È innegabile che i giovani, la parte preponderante nell’occupazione stagionale, ha voglia di lavorare. È altrettanto innegabile che gli stessi giovani faticano ad avvicinarsi (o a ritornare) in questo meraviglioso mondo che è l’ecosistema che gira intorno alle strutture ricettive.
Senza voler per forza trovare un colpevole, possiamo interrogarci tutti, cercando di capire dove e cosa si può migliorare per attirare forza lavoro?
Sull’argomento ho diverse idee, e non da ieri.
Ne ho parlato ovunque, in ogni mio intervento pubblico. Ho avuto diversi confronti con gli albergatori, compresi quelli che seguo in consulenza, e ho riscontrato che le mie idee hanno un seguito positivo.
E tu albergatore, hai un piano?
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Sarò felice di rispondere ad ogni tua domanda!