La costruzione di un team di successo in Hotel
Valorizziamo la squadra, diamo importanza al singolo
Quando pensi agli individui che coordini, è normale sentire la pressione della responsabilità e cercare di operare sempre per il bene aziendale con la giusta attenzione al “Capitale Umano”.
Lavoriamo con persone per le persone. Valorizziamo la squadra, diamo importanza al singolo.
Nel Management, la gestione delle risorse occupa lo stesso spazio e importanza di quello riservato all’analisi dei numeri che alle strategie di vendita.
Quasi mai, una delle mie consulenze, non ha toccato questo punto nevralgico anzi, accade spesso che diventi il nocciolo della questione, quello da dover affrontare con maggiore impegno e precisione.
La situazione pandemica che stiamo vivendo – seppur con meccanismi involontari – ha influito sull’azzeramento di molti assetti lavorativi costituitisi nel tempo ed in circostanze specifiche, divenuti ormai pesanti e “ingessati”.
In taluni casi si è creata l’occasione, di ri-organizzare, o costruire da capo, la propria squadra di lavoro.
La possibilità concreta, quindi di creare uno team che sia davvero funzionale e vincente è a portata di mano.
Perchè se individuare un curriculum interessante dal punto di vista professionale può essere semplice, capire come quella risorsa reagirà e si comporterà nel lungo periodo, è complesso e pieno di variabili da dover calcolare.
Il più delle volte non è nemmeno sufficiente il colloquio in presenza per avere un’idea chiara e definitiva, si decide spesso per simpatia o somiglianza, anche senza rendersene conto.
Certo, ad oggi, gli strumenti per valutare la reale competenza e personalità di un candidato sono molteplici ma non sono del tutto sicuro che questo tipo di sistemi siano infallibili e che possano calzare a pennello con la realtà alberghiera, dinamica ed imprecisa per natura.
Ti spiegherò più avanti perché.
Scrivere un articolo dedicato alla costruzione di un team di successo e alle delicate logiche che regolano le relazioni interpersonali in ambito lavorativo, mi è venuto in mente dopo l’ennesima volta in cui ho sentito questa domanda da un mio nuovo cliente: cosa pensi del mio staff? Come ti sembra che siano?
L’argomento è vasto e articolato ma da qualche parte bisogna pur partire.
Do per scontato che si abbia già chiaro il concetto che il personale che scegliamo è chiamato a rappresentare la nostra immagine, il nostro Brand.
Per approfondire l’importanza da dare alla valorizzazione delle risorse, al bonus obiettivi ed al circolo virtuoso della soddisfazione “addetto – cliente – azienda” è necessario un secondo articolo che non tarderà ad arrivare.
Volendo invece rimanere nell’ambito della costruzione di un team di successo, è importante porre l’attenzione su un aspetto che chi opera nel nostro settore ben conosce.
Il settore turistico italiano è caratterizzato da un “turn over” di ampia misura.
Le strutture di carattere stagionale di cui il nostro territorio è articolato in buona parte, si trovano spesso in situazioni in cui lo staff è composto da nuove risorse (ma conosco tante realtà in cui anche il personale stagionale è lo stesso per molti anni di fila) ed in nome delle piccole e grandi incombenze operative da affrontare, si tende a sottovalutare l’importanza di costruire, da subito, un team valido e coeso, ovvero di successo, convinti che sia solo uno spreco di energie.
Non concordo affatto con questa consuetudine poiché, le risorse che operano nel nostro gruppo, anche solo per una stagione, devono poter conoscere visione e cultura aziendale della realtà in cui operano, per poter dare il meglio di sé.
Ogni team o gruppo di lavoro segue le stesse dinamiche, riassunte in due fasi, caratterizzate da stati d’animo pressanti, che influiscono sulla produttività e sul rendimento del singolo.
FASE A) entusiasmo, consapevolezza delle proprie forze, fiducia verso l’azienda e i colleghi, determinazione.
FASE B) apatia, stanchezza, paura di non essere all’altezza, disincanto, rivalità, mancanza di risultati di gruppo e/o personali.
A seguito di queste due fasi vi sono due possibili strade (scenari) che il team – o il singolo – può intraprendere; lo scenario che scelgono dipende sempre e solo da noi e da quanto sarà il nostro impegno nel voler valorizzare il gruppo di lavoro e/o il singolo soggetto.
SCENARIO POSITIVO) ritrovata motivazione, realizzazione del proprio ruolo, integrazione, sinergia, raggiungimento obiettivi (di reparto, singoli)
SCENARIO NEGATIVO) disorientamento, conflitto, rabbia, abbandono del proprio ruolo.
Nel nostro settore si tende a dare, molto spazio all’operatività e poco alla progettazione ma se iniziamo a ragionare, partendo dal presupposto che ogni reparto è una vera e propria fonte di guadagno e non solo di costi, viene da sé che si dovrebbe iniziare a lavorare su dinamiche relazionali e formazione professionale, onde massimizzare gli sforzi di ogni nostro collaboratore in organico.
Al riguardo è utile tenere a mente i cinque punti cardine che sotto elenco, preziosi per la “fidelizzazione” dei collaboratori.
Istruire: seppur altamente competenti e chiamati a ricoprire ruoli di responsabilità, i nostri dipendenti hanno bisogno di una “formazione” dedicata, imparziale e senza fronzoli, che abbia come focus la conoscenza dell’organizzazione nel suo complesso, per aiutare la risorsa a familiarizzare con il nostro modello di lavoro. Se invece è alle prime armi, è indispensabile prevedere un “training on the job”, non solo operativo ovviamente, per tutto quello che ho spiegato sopra.
Motivare: anche la più esperta delle risorse può mostrare a lungo andare segni di cedimento e mancanza di motivazione. Alcuni lo esternano altri invece tendono a nascondere questo stato di disagio. In ognuno dei due casi la produttività subisce un colpo di arresto o di peggioramento. Ancor più delicato quando a perdere l’entusiasmo è un nostro responsabile; il pessimismo è altamente contagioso.
Interveniamo prontamente cercando di capire la radice del malessere per vedere se è risolvibile.
Sostenere: se uno dei nostri dipendenti raggiunge gli obiettivi, sostiene il team, segue i progetti ed è allineato alla vision aziendale, è necessario un riconoscimento (non per forza economico), anche come esempio per gli altri collaboratori.
Delegare: individuare cosa e a chi delegare è un compito arduo. Viviamo sempre con l’idea che vorremmo delegare tutto ma che nessuno farà le cose come noi le facciamo.
Condividere: se teniamo per noi i successi e gli insuccessi incassati dalla nostra azienda i nostri collaboratori non avranno mai contezza del loro lavoro; se è svolto bene o male, se e cosa possono migliorare. Ritagliamo del tempo per informare gli addetti di cosa accade “fuori” dall’hotel, condividere è la parola d’ordine che può fare la differenza fra un gruppo di successo ed uno che molla.
Se i tre precedenti punti cardine sono stati rispettati, vi saranno in organico persone adatte per compiti più o meno delicati. Ricordate sempre la fase di verifica.
Ogni reparto è costituito da persone con competenze e soft skills differenti, che interagiscono in continuazione tra di loro e con il Cliente; di conseguenza il team non è altro che un singolo, che fa parte di un team di reparto, che confluisce in un team di struttura.
Se riuscite a creare una squadra, con mentalità differenti per stimolare la creatività ma vincolate da una fiducia e comprensione reciproca e dalla condivisione di un obiettivo unico, avrete messo delle radici solide.
E proprio come una pianta, con dedizione cura e pazienza avrete i giusti frutti come conseguenza logica della buona semina effettuata.
Costruire un team di successo può sembrare complicato ma le regole del management non si smentiscono mai
Regole semplici, massima efficacia.
Se vuoi saperne di più sull’argomento contattaci per una consulenza gratuita o acquista il mio libro “La Bibbia dell’albergatore”.
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